Performance

Trame - Bicocca è un intervento site specific nella forma di performance partecipativa/relazionale, svolto il 27 Gennaio 2020, Giorno della Memoria, presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca.

Performance

Sulla pavimentazione del piazzale vengono scritte con dei gessetti delle date cariche di memorie legate alle espulsioni dall’università di docenti e studenti di origine ebraica, agli arresti degli operai che parteciparono agli scioperi dell’area produttiva di Sesto/Bicocca, a chi lasciò il mondo universitario per partecipare alla Resistenza.
Le date scritte segnano un limite, un prima ed un dopo nelle vicende raccontate; ad accomunare tutte queste storie personali c’è l’interruzione di un percorso di vita e l’esclusione sociale (momentanee o definitive, volontarie o forzate).
La scrittura sulla pavimentazione è la base -metaforica e non- su cui poggia l'essenza di questa performance, che è il dialogo.
Trame è anche un'esplorazione del rapporto con lo spazio pubblico, la sua funzione aggregativa e le persone, e l'esplorazione del rapporto con l'oralità, il riappropriarsi di una comunicazione tra più menti e corpi nello stesso luogo e nello stesso tempo.

Relazione/partecipazione/coinvolgimento
Durante la scrittura delle date ne viene raccontato il significato, chiedendo alle persone di “prendersi cura” delle storie che contengono e di raccontarle a loro volta ad altri. Le memorie personali e collettive, se condivise e preservate, possono diventare le fondamenta su cui costruire uno sguardo comune con un orizzonte che vada oltre il luogo ed il tempo nel quale sono nate.
La scelta di raccontare eventi non strettamente collegati alle deportazioni verso i lager nazisti proprio durante la Giornata della Memoria, deriva dalla volontà di creare e sperimentare una possibilità di confronto con la Storia più diretto ed immediato; chiedendo quindi alle persone di immedesimarsi in avvenimenti che sono stati il nefasto preludio alle deportazioni verso i campi di concentramento e sterminio, ma che pur nella loro tragicità rimangono vicini ad un’esperienza di vita quotidiana a differenza dell’alienante e terrorizzante vita nei lager.
Le persone di cui si racconta non sono eroi lontani ed inarrivabili, pur non mancando gli alti ideali ed i gesti pieni di coraggio, si tratta sempre di persone comuni, con debolezze e virtù.

Spazio pubblico
Il polo universitario sorge sull’ex area industriale della Bicocca che insieme alla contigua area di Sesto San Giovanni formava uno dei più grandi poli produttivi italiani; l’opera Trame vuole sottolineare la doppia natura e storia del luogo, quella attuale legata alla ricerca ed all'istruzione universitaria e quella passata legata alla produzione industriale, questa doppia natura, di produzione/ricerca e di passato/presente che continuano a convivere, riprende l'idea di fondo su cui si basa il progetto architettonico di Gregotti per la riedificazione ed il rinnovamento del quartiere.
Pur essendo un’opera che si confonde con il luogo che la ospita, invisibile da lontano e visibile solo quando si è nelle sue immediate vicinanze o quando la si sta attraversando, l'opera riesce a modificare temporaneamente la fruizione della piazza. La trama di date scritta in terra è il “sentiero” che guida la creazione di nuovi percorsi e nuove modalità temporanee di fruizione dello spazio della performance, sia durante la fase di dialogo che di scrittura (dove il corpo dell’artista-performer diventava al contempo elemento mobile/immobile e fulcro di attenzione/disturbo).

Numeri e Titolo
E’ stato scelto di utilizzare i soli numeri perché, grazie alla loro natura apparentemente oggettiva e neutra sono funzionali ad essere veicolo di più significati per più individui (una stessa data può essere legata a più eventi, più memorie, più emozioni) e quindi permettono di aprire più linee narrative, attivare diverse memorie, e soprattutto permettono di fare da collante tra diverse date.
Il titolo dell’opera, nato come working-title e rimasto poi invariato, Trame, si rifà sia all’aspetto visivo che l’opera assume nel corso del suo svolgimento, sia alle “storie” di persone, famiglie, comunità che sono contenute in ogni data.
Ogni storia poi, è incrociata con altre, andando a sottolineare la coesione tra forma visiva e significato dell’opera.
Alcune suggestioni presenti nel lavoro sono state volutamente non esplicitate: le pietre d’inciampo, il fruire l’opera camminando e guardando in terra che richiama le parole di Primo Levi sull’abitudine rimasta anche dopo la liberazione ed il ritorno a casa «l’abitudine di camminare con lo sguardo fisso al suolo come per cercare qualcosa da mangiare o da intascare presto e vendere per il pane».

Memoria
Se l’obiettivo più diretto di questo lavoro è sicuramente quello di raccontare un pezzo di storia d’Italia e di Milano così fortemente legata ad un luogo vitale ed importante della città, l’obiettivo sotteso è quello di restituire visivamente, in maniera semplice ma efficace, la fragilità della memoria, la cura e la fatica necessarie nel maneggiare e nel preservare questo patrimonio delicato.
Questo secondo obiettivo è reso attraverso due espedienti: l’espandersi in trame e collegamenti di numeri che rendono l’opera sempre più difficile da leggere, sempre più difficile da ricostruire ricordare e tramandare; e la scrittura a terra tramite gessi, che è calpestata e mescolata dai passanti ignari o distratti, e cancellata senza scampo dallo scorrere del tempo.
Il valore dell’opera è tutto contenuto nella sua parte immateriale fatta di incontri, scambi di storie, e dialoghi che contribuisce a creare. Un valore che a sua volta necessita della memoria per essere conservato.