Ravani and Urrazza

Ravani and Urrazza, formato da Stefano Ravani e Manuel Urrazza, è un duo di artisti contemporanei con base a Milano che indaga la sfera pubblica nei suoi molteplici aspetti attraverso installazioni e performance con lo scopo di generare "domande contemporanee".
Entrambi nati a Milano nel 1981, hanno iniziato a lavorare insieme nel 2014 unendo formazioni ed interessi diversi, dall’information technology alla storia dell’arte, attraversando scienza, musica, etno-musicologia, geopolitica ed antropologia.
I temi principali della loro ricerca artistica sono lo spazio pubblico ed il potere. Il punto di giunzione tra questi è l'analisi del ruolo dell'artista.
Il lavoro di Ravani and Urrazza si svolge prevalentemente nello spazio pubblico, con interventi non richiesti, effimeri e di brevissima durata. Una tipologia di azione artistica che si conforma come un’incursione ed è pertanto l’esercizio di una forma di potere.
Lo scambio di ruoli tra artista e fruitore; l'interazione tra spazio-opera-spettatori; la richiesta implicita di far completare l'opera al fruitore; l'apparizione inaspettata e non dichiarata dell'opera, sono tutte pratiche che emergono nei loro lavori ed hanno il fine di produrre opere che siano in grado di modificare i confini che il potere dell'arte e dell'artista hanno nella società ma nel farlo, inevitabilmente, rafforzano quello stesso potere.

Trame - Bicocca, come altre opere, tenta di modificare il rapporto tra artista e fruitore e tra spazio, opera, pubblico e si ricollega alle riflessioni sull'amonumentalità dei raid.
E’ collegata alla precedente performance Trame - Binario21 e si coniuga inoltre con altri due lavori specifici: il progetto per l’area del Vajont There is a light that never goes out (per la riflessione sul rito della memoria e la volontà di attivare dialoghi e confronti) e con Do you believe in art? (per l’utilizzo dei gessi come mezzo per arrivare ad una forma di dialogo).

Trame - Binario21:
Trame è una performance partecipativa che si è svolta nel piazzale della Stazione Centrale di Milano, luogo di passaggio, di transito e di sosta, di incontro e frizione tra culture e storie diverse, luogo ideale nel quale provare ad "attivare" una memoria condivisa.
Sulla pavimentazione del piazzale sono stati scritti con dei gessetti le date di partenza dei treni diretti ai lager, incrociandole tra loro e formando una trama di cifre che si espande di fronte alla stazione dal cui binario 21, tra il 1943 e 1945, furono deportati ebrei, prigionieri politici e lavoratori scioperanti.
Durante i tre giorni di scrittura delle date ne è stato raccontato il significato, chiedendo alle persone di “prendersi cura” delle storie che contengono e di raccontarle a loro volta ad altri.
Allo stesso modo è stato chiesto ai partecipanti di aggiungere delle date per loro significative, legate ad una loro memoria personale o collettiva (lasciando alla loro sensibilità la scelta di farlo o meno e di collegarsi con una data ad una memoria così dolorosa come quella della deportazione).