Curt Gutkind - 03.09.1938

Professore universitario tedesco di origine ebraica
03.09.1938 data di invio della lettera, 41 anni


Professore ordinario di lingua e letteratura italiana all’università di Londra. Ebreo tedesco, fugge dalla Germania nel 1934 rifugiandosi in Italia, passando prima da Francia e Inghilterra. A Firenze pubblica un importante libro su Mussolini e il fascismo, in qualità di studioso e di sostenitore; per tali meriti è stato ricevuto dallo stesso Mussolini. La moglie, Laura Maria Kutzer, cattolica e austriaca, vive a Bassano del Grappa.
Data la difficilissima situazione degli ebrei dopo la pubblicazione del Manifesto della razza, decide di indirizzare una lettera a Mussolini, in cerca di una qualche tutela.
Ha chiesto e ottenuto la cittadinanza italiana perché crede e sostiene il progetto fascista e ama profondamente l’Italia, come scrive nella lettera: sono questi i motivi che l’hanno spinto a chiederla, rifiutando quella inglese.
Nella lettera Gutkind chiede di non perdere la cittadinanza e la libertà di potere periodicamente raggiungere la moglie e, per i suoi meriti di studioso, scrittore e sostenitore dell’ideologia fascista, di poter continuare a svolgere la sua attività, anche in chiave di fascista che sostiene la causa italiana nella Londra antifascista.
Internato in Inghilterra come tutti i tedeschi presenti sul suolo britannico, avrebbe dovuto essere deportato in Canada. Muore durante l’affondamento della nave su cui viaggiava da parte di un sottomarino tedesco.
Alla lettera di Curt Gutkind, Sebastiani risponde di “stare tranquillo”. Un promemoria di quattro giorni prima recita però che la legge è da applicarsi anche a coloro che risiedono all’estero.
In una lettera Giuliano Balbino scrive a Sebastiani riportando all’attenzione il caso di Gutkind, con cui ha avuto un incontro dopo essere stato inseguito per mezza Italia, confermando la stima e l’amicizia che nutre nei suoi confronti e quanto detto dal professore nella sua lettera.
Tuttavia si limita a un blando “non faccio raccomandazioni in un campo così complesso e delicato”.
Una mancanza di coraggio per un personaggio di spicco della politica e della cultura fascista.