Nathan Cassuto - 26.11.1943

Laureato in medicina con specializzazione oculistica, italiano di origine ebraica
26.11.1943 data di arresto, 34 anni


Nasce a Firenze l'11 ottobre 1909 dove si laurea nel 1933 presso la facoltà di medicina; nel 1937 prende la specializzazione in oculistica.
Durante gli anni dell’università segue intanto i corsi del Collegio rabbinico, laureandosi nel 1938.
A seguito delle leggi razziali, per il ritiro del passaporto deve rinunciare a una borsa di studio per gli Stati Uniti della Fondazione Rockfeller; tenta ancora di emigrare in Palestina con la famiglia (si era sposato nel 1934), ma le restrizioni all'immigrazione poste dalle autorità britanniche glielo impediscono. Si vede dunque stroncata sul nascere la carriera accademica, durante la quale riesce comunque a pubblicare alcuni lavori scientifici.
Nel 1939 accetta allora la carica di vicerabbino capo presso la comunità ebraica di Milano.
Nel 1943 ritorna a Firenze come rabbino capo. Qui riesce a dare impulso alle languenti istituzioni ebraiche, specie all’istruzione dei giovani ebrei esclusi dalle scuole pubbliche; e insieme ad alcuni sacerdoti cattolici e ad altri volenterosi, provvede ad organizzare un Comitato di assistenza ai profughi. Con l'8 settembre 1943 e l'occupazione tedesca della città, messa al sicuro la famiglia presso il convento della Calza, Cassuto si dedica a convincere i correligionari a lasciare le proprie abitazioni, a nascondersi, a camuffare la loro identità con documenti e tessere falsi.
Firenze era divenuta, per la posizione geografica, un centro di smistamento importante per i profughi ebrei di tutte le nazionalità che dall'Europa e dall'Italia settentrionale cercavano di passare al Sud per attraversare le linee alleate: probabilmente in quel periodo ha contatti con il Comitato di liberazione nazionale toscano e con le forze partigiane.
Il 26 novembre 1943 una pattuglia di SS, messa sulle tracce del Comitato da un certo Marco Ischio che vi si era infiltrato, irrompe nella sede dell'Azione cattolica in via dei Pucci 2, dove il gruppo è riunito, e lo cattura insieme ad altri presenti. Saputo dell'arresto, la moglie Anna Di Gioacchino si precipita a Firenze e insieme al cognato Saul Campagnano e a Cantoni cerca di averne notizie e di preparare un piano per farlo liberare. I tre però, nel pomeriggio del 29, in piazza della Signoria furono arrestati dalle SS. Dal carcere delle Murate di Firenze, Cassuto è trasferito a San Vittore a Milano, dove la moglie che aveva chiesto di seguirlo, lo raggiunge. Inviati al lager di Auschwitz, vi arrivano il 6 febbraio 1944. Dopo diversi trasferimenti (Jawiskowitz, Monowitz, poi ancora a Jawiskowitz), all’avvicinarsi delle truppe sovietiche, è trasferito a Gross Rosen (Slesia) dove le sue tracce svaniscono. Si ritiene che sia stato ucciso poco dopo con gli altri compagni prima dell'arrivo delle truppe sovietiche.
La moglie, liberata a Terezin dagli Alleati il 9 maggio del 1945, torna in Italia per proseguire poi per Gerusalemme dove si trovano i suoi tre figli e i parenti superstiti; muore durante un attacco a un convoglio medico durante la guerra arabo-israeliana del 1948.