Aldo Marostica - 28.03.1944

Motorista meccanico alla Falck Unione
28.03.1944 data dell’arresto, 18 anni


A tredici anni viene picchiato da un gruppo di fascisti tra i quali c’era il segretario del PNF di Sesto. Nel 1943 viene portato in questura e picchiato per aver disegnato una falce e martello su una gru in fabbrica. Nel marzo 1944, con la fabbrica presidiata dai carri armati tedeschi e dai fascisti che minacciano arresti, e nonostante alcuni colleghi fossero già stati portati via, Aldo Marostica decide di scioperare.
L’arresto avviene dopo venti giorni.
Passa per San Vittore, Bergamo e arriva a Mauthausen con altre cinquecento persone che vengono fatte stare in piedi al freddo per una notte intera.
«Durante la deportazione ho visto tantissime cose orribili [...] erano tante singole morti per botte, fame, deperimento, ma il numero dei morti è stato spaventoso soprattutto nel mese di gennaio del 1945, per il freddo immenso che ha quasi svuotato il campo».
Nel campo di Mauthausen e nei sottocampi di Gusen e Gusen II ci sono stati alcuni degli episodi più crudeli e terrificanti che le testimonianze hanno riportato.
Marostica ne racconta uno:
«La cosa che ha scosso di più il campo è avvenuta verso il 22 di aprile, quando sono stati incolonnati circa 800 deportati. Verso le 10 di sera sono stati portati fuori del campo nello spiazzo fra Gusen e Gusen II e per un paio d’ore abbiamo sentito le urla raccapriccianti dell'eccidio [...] verso mezzanotte tutto è finito. Abbiamo saputo al mattino i particolari dell’accaduto attraverso le squadre dei raccoglitori di cadaveri. Non li hanno portati al crematorio, li hanno caricati sui vagoni ferroviari e di quei poveretti non si è più saputo nulla: certo erano troppi per incenerirli. Il mio kapò mi ha poi detto che erano stati uccisi a colpi d'ascia e a bastonate. Ecco cos'erano quelle urla tremende».
Ad essere crudele però è anche l’organizzazione del lavoro nei campi, studiata per trarre il massimo profitto dallo sfruttamento dei deportati e dal loro Vernichtung durch Arbeit - annientamento attraverso il lavoro - la vita ed il destino dei deportati è stata pianificata nel più piccolo dettaglio da Oswald Pohl, capo del SS-WVHA, l'Ufficio Centrale Economico Amministrativo delle SS.
Aldo Marostica incontra Pohl senza sapere esattamente chi sia e quanto le sue sofferenze dipendano anche dai calcoli di questo funzionario nazista.
Pohl è in visita al campo; tutti dal più alto in grado ai prigionieri sono sull’attenti.
Al termine della visita la macchina di Pohl non riparte, così Marostica, che è un motorista meccanico, si avvicina spontaneamente e si offre di ripararla, riuscendoci.
Un gesto che gli sarebbe potuto costare la vita.