Felice Lacerra - 11.02.1944

Operaio alla V Sezione della Breda
11.02.1944 data dell’arresto, 16 anni


A quattordici anni inizia a lavorare come apprendista alla Breda dove conosce alcuni antifascisti membri della Resistenza e diventa membro della III Brigata dei GAP.
Viene impiegato come doppiogiochista infiltrato nel Partito Nazionale Fascista e contribuisce in maniera decisiva all’attentato alla Casa del Fascio di Sesto S. Giovanni del 10 febbraio 1944. Per motivi sconosciuti il giorno seguente, invece di recarsi in montagna con gli altri, Lacerra va al lavoro dove viene arrestato e successivamente trattenuto all’ex macello di Monza e a San Vittore dove sotto tortura rivela alcuni nomi compromettendo il gruppo gappista.
Il 27 aprile 1944 viene trasferito nel Campo di Fossoli con un treno partito dal Binario 21.
Due mesi più tardi, il 12 luglio 1944, insieme ad altri 66 antifascisti venne portato al Poligono di Cibeno. I 66 vengono divisi in tre gruppi e fucilati sull’orlo di una fossa scavata il giorno prima da internati ebrei.
Sullo stesso trasporto partito dal Binario 21 erano presenti molti appartenenti al gruppo dirigente milanese del Partito d’Azione traditi da una delazione, tra questi Gian Luigi Banfi e Lodovico Barbiano di Belgiojoso, due dei quattro componenti dello studio d’architettura BBPR.
Banfi morì a Gusen, Belgiojoso tornò e firmò con lo studio BBPR diversi monumenti ai deportati tra cui quello del Cimitero Monumentale di Milano e quello del Parco Nord.
La famiglia di Felice era andata a trovarlo a Monza, senza poterlo vedere, poi a Fossoli, dove riescono a parlarsi. In estate ricevono una lettera del figlio, la lettera è datata 7 agosto 1944 - quando Felice era già morto - in cui diceva che lo avrebbero mandato in Germania a lavorare, dopo non hanno più sue notizie.
Finita la guerra i giornali pubblicano i nomi dei fucilati al Cibeno, il padre di Felice legge per caso il nome del figlio tra quello dei 66, non se ne capacita. La famiglia parte subito per Fossoli, arriva quando hanno già riesumato metà dei cadaveri.
Riconoscono Felice dai pantaloni e da un biglietto della mensa Breda nelle tasche, il volto non è più il suo, entrambe le mani sono mozzate.
Lacerra, sedicenne, è la vittima più giovane della strage.