Ermanno Cappelletti - 18.06.1944

Elettricista
18.06.1944 data dell’arresto, 20 anni


Ermanno Cappelletti proviene da una famiglia antifascista ed attiva nella Resistenza. La madre trafuga bombe, le porta a casa, ed il marito carabiniere le trasporta a Milano da un farmacista che le fa poi arrivare ai partigiani.
Anche Ermanno è impegnato nella Resistenza nonostante sia già stato arrestato una prima volta nel 1943. Compie atti di sabotaggio alle linee telefoniche tedesche e fasciste, porta a casa materiale esplosivo che riduce in polvere con l’aiuto delle due sorelle per poi farlo giungere ai partigiani.
Lavorava alla Broggi, da cui dà le dimissioni per entrare come elettricista nella scuola Mario Galli gestita dalla Todt/Speer. Il suo compito è tenere i contatti con i renitenti e gli scioperanti che, dopo l’arresto, vengono lì rinchiusi prima della deportazione. Riesce a farne evadere alcuni di notte, ma viene scoperto e arrestato in casa di sera. I fascisti lo torturano e poi lo rilasciano il mattino seguente perché il padre carabiniere fa credere di essere un ammiratore di Mussolini ad un fascista del comando di Sesto S. Giovanni.
Cappelletti decide allora, con altri sei antifascisti, di darsi alla clandestinità raggiungendo i partigiani in montagna. Partono il giorno seguente, 20 giugno 1944, in treno verso la Valsassina. Durante il tragitto vengono fermati e portati nelle carceri di Como, Cappelletti durante questo secondo arresto mangia le carte con nomi e indirizzi che avrebbero potuto far catturare altri antifascisti e si assume la responsabilità del gruppo.
Gli altri sei partigiani vengono condotti a Milano nel carcere di San Vittore, mentre Cappelletti dopo essere stato torturato ancora una volta viene scortato a casa. I militi in borghese lo accompagnano a piedi lungo le strade di Sesto S. Giovanni con la speranza che venga avvicinato da altri antifascisti così da poterli identificare, ma Cappelletti, con cenni del capo e sguardi, riesce ad evitarlo.
Nel luglio del 1944 viene trasferito a Gandersheim (sottocampo di Buchenwald - Germania); lì è impiegato nella fabbrica IG Saure Fabrik (azienda chimica tedesca produttrice dello Zyklon B, il gas utilizzato dai nazisti per l’uccisione dei deportati nelle camere a gas).
Cappelletti viene liberato e rimpatriato il 26 luglio 1945. È magro e debole, muore a 26 anni il 20 gennaio 1950 per la tubercolosi contratta durante la permanenza in lager, ma i suoi ultimi anni passati in sanatorio li trascorre interessandosi di tutto, leggendo e scrivendo molto, senza serbare rancore né odio.