Libero Temolo - X.04.1944

Operaio alla Pirelli Bicocca
X.04.1944 data dell’arresto, 37 anni


Nato in una famiglia di idee democratiche, in Pirelli prende i contatti con l'organizzazione comunista clandestina e dopo l’8 Settembre si impegna nell'organizzazione delle SAP sino a che, per una delazione, i fascisti lo arrestano in fabbrica nell'aprile del 1944.
A San Vittore Temolo rimane mesi senza un'imputazione precisa e senza processo. All'alba del 10 agosto gli viene fatta indossare una tuta blu da operaio, che recava nel taschino il suo nome e cognome. La stessa tuta è consegnata ad altri quattordici detenuti di San Vittore, tutti rinchiusi perché sospettati di far parte a vario titolo della Resistenza; questo per ingannarli e far loro credere che sarebbero stati trasferiti in un campo di lavoro in Germania.
Theodor Emil Saevecke, comandante della polizia nazista di sicurezza a Milano, aveva invece già ordinato ai repubblichini di fucilare quindici italiani in risposta ad un attentato compiuto nei giorni prima dai GAP in Viale Abruzzi, nonostante nessun militare tedesco fosse stato coinvolto. Con un camion i detenuti vengono trasportati in piazzale Loreto e fatti scendere dal mezzo. Temolo e un suo compagno socialista della Pirelli (Eraldo Soncini), che intuiscono quel che stava per succedere, tentano contemporaneamente la fuga in due opposte direzioni.
Temolo viene ucciso da una raffica di mitra; Soncini, raggiunto nel sottoscala di una casa vicina, viene eliminato sul posto; gli altri tredici vengono fucilati dai militi della Muti.
A Libero Temolo il Comune di Milano ha dedicato una via nella zona della Bicocca dove allora sorgeva la Pirelli; sul tetto della fabbrica, il giorno dell'eccidio, campeggia la scritta "Libero Temolo".